Oggi mi cucino le linguine al pesto.
Non mi dilungherò troppo nel descrivere i dettagli esecutivi
di questa ricetta, talmente semplice da richiedere non più di poche sommarie
indicazioni.
Ingredienti
- Pasta (spaghetti o linguine, le mie preferite, tra i formati lunghi - trofie, gnocchetti tra i formati corti. Da evitare formati tubolari. Non ammesso riso - da sperimentare gli gnocchetti di patate)
- Pesto
Preparazione
- Cuocere la pasta
- Aggiungere il pesto
- Mescolare
- Servire
Il trucco
Il pesto va stemperato con un po’ di acqua di cottura.
La variante
(che poi è la più tradizionale delle ricette), prevede l’aggiunta,
tra gli ingredienti, dei fagiolini e delle patate. In tal caso, si mettono a
cuocere i fagiolini spezzettati insieme con la patata tagliata a tocchetti e si
uniscono alle trenette e al pesto.
I segreti
Se la preparazione e’ semplice, il segreto che rende unica
questa pietanza della tradizione ligure sta negli ingredienti e nel loro legame
con il territorio.
Nel pesto confluisce tutta l’essenza dello spirito ligure:
la ruvidità del carattere, l’attaccamento geloso alle tradizioni, la caparbietà
nel domare un territorio impervio reso florido da un clima straordinariamente
mite.
In ciascuno degli ingredienti che compongono il pesto si
ritrova tutto ciò.
Nel basilico, che solo nella riviera ligure cresce con quel
sapore così intenso, epperò scevro dal sentore mentolato che sovrasta gli
aromi nelle piante coltivate altrove. E’ l’insolazione quello che fa la
differenza. Il basilico (Ocimum basilicum) è quello ligure, con foglioline
piccole di forma ovale e convessa, da cimare rigorosamente a mano. Coltivato da
tempo immemorabile sulle alture sovrastanti l’attuale delegazione di Prà, ha
ricevuto la denominazione di origine protetta come “Basilico Genovese DOP”.
La pasta: da secoli sulle piazze liguri avveniva il mercato
delle migliori partite di grani.
Basti pensare agli Agnesi, capostipiti di una lunga tradizione
molitoria, che fin dai primi anni dell’800 insediarono tra Imperia e
Pontedassio la propria attività che arrivò persino a gestire una flotta di navi
che salpando dalla Liguria raggiungevano il Mare di Azov, dove caricavano
quello che all’epoca era considerato il miglior grano duro al mondo, il
Taganrog.
L’olio è quello DOP della riviera ligure. Diverse sono le
cultivar impiegate (prevalentemente taggiasca nel ponente , Lavagniva, Razzola,
Pignola e Frantoio nella Riviera di Levante) ma comuni sono le tecniche di
coltivazione, di raccolta e molitura che ne fanno un prodotto unico.
Il prodotto deve le sue caratteristiche alle particolari
condizioni pedoclimatiche: i fattori ambientali e le cultivar specifiche di questo
territorio danno infatti un carattere distintivo all'olio ligure.
caratterizzato dall'equilibrio
correlati alla varietà e al clima e
Le modalità colturali (in particolare raccolta ) influenzati
dalla orografia e dal clima, e le
varietà culturali impiegate sono all’origine dell’equilibrio tra le note dolce
e fruttato leggero, con valori di acido oleico tra i più elevati di tutta
Italia.
Le patate, che come abbiamo visto, entrano anch’esse nella preparazione, diffuse in innumerevoli quantità e qualità nell’appennino e nell’entroterra ligure. Tra tutte, la quarantina bianca genovese è la regina indiscussa: colore bianco tenue, non farinosa a granulosità fine
Anche l’aglio ha trovato in liguria spazio per coltivazioni
di nicchia con risultati d’eccellenza. L’aglio di Vessalico, nell’alta Valle
Arroscia., ad esempio riesce a coniugare un aroma intenso accompagnato da un
gusto delicato. La Valle Arroscia, da cui proviene, ha un clima particolarmente
mite: posta ai piedi delle Alpi risente ancora dell'influenza del clima della
costa ligure. I terreni, poi, possiedono quelle caratteristiche strutturali
(granulometria,. Compattezza, porosità) che li rendono particolarmente vocati.
I fagiolini che sono sempre stati attori di prim'ordine nella cucina ligure (basti pensare al polpettone) entrano a pieno titolo anche nella pasta al pesto.
Ancora due ingredienti: i pinoli, gentilmente offerti dagli
strobili dei pini rivieraschi.
E per finire, il sale, marino e rigorosamente a grana grossa
- mai fine! - conferisce sapidità, ma più di tutto esercita l’azione meccanica
di pestatura nel mortaio.
Vino: d'obbligo un Pigato
Musica: Genova per noi - Paolo Conte
Nessun commento:
Posta un commento